(fig.3, fig.5, fig.6, fig.8, fig.9, fig.10, fig.22, fig.23, fig.24, fig.25, fig.26, fig.56 e fig.57) in materia di isolamento termoacustico, considerato il fatto che quello tradizionale in battuto di lapillo non viene più eseguito in sostituzione di quelli esistenti, irrecuperabili nella quasi totalità dei casi, è necessario utilizzare i nuovi materiali oggi disponibili.
La scelta, in questo campo, deve prendere in considerazione la conservazione dello spessore originario del solaio di copertura nel quale il battuto di lapillo non è mai di altezza inferiore ai 40÷50 cm; tale spessore non potrà essere sostituito con isolanti sintetici, efficienti ma di spessori ridotti, ma potrà, viceversa, essere sostituito da materiali facilmente reperibili, di caratteristiche analoghe a quelle del lapillo, tipo perlite, vermiculite ed argilla espansa; in sostituzione, poi, della calce, spesso utilizzata come legante per realizzare a regola d'arte il battuto, tali materiali potranno essere miscelati con cemento tipo 325 dosato a 100÷150 kg/mc.
Un'altra soluzione consiste nella utilizzazione dei cementi cellulari non infiammabili e privi di emissioni nocive.
Al fine di facilitare il dimensionamento e l'efficacia dell'isolante prescelto, nella tabella che segue, vengono riportati i valori di γ, λ, Κ in rapporto a diversi spessori:
Materiali |
Peso |
Conduzione termica |
Coefficiente di trasmissione |
Spessore |
|
γ |
λ |
Κ |
|
|
Kg/mc |
Kcal/m h °C |
Kcal/mq °C |
cm |
Sughero in lastre |
90/110 |
0.045/0.066 |
0.90 |
2 |
0.36 |
8 |
Legno mineralizzato |
360 |
0.072 |
0.21 |
1.5 |
1.04 |
7.5 |
Cementi cellulari |
350 |
0.09 |
0.58 |
10 |
1600 |
0.76 |
2.70 |
10 |
Cementi alleggeriti |
350 |
0.10 |
0.70 |
10 |
1400 |
0.54 |
2.60 |
10 |
Le lastre di sughero sono formate da granuli di sughero sottoposti a pressione e riscaldati a 380°C sotto vuoto; i cementi cellulari sono quelli ottenuti miscelando nell'impasto aria o gas prodotti da agenti chimici additivati in betoniera; i cementi alleggeriti sono ottenuti dalla miscelazione di cemento, acqua ed inerti leggeri come argilla espansa, vermiculite o perlite.
Nel caso in cui si fosse obbligati da particolari condizioni ad utilizzare spessori ridotti bisogna ricorrere, scartando materiali sintetici ed inquinanti, al sughero in lastre pressato a caldo; tale materiale consente di ottenere ottime prestazioni, tuttavia, a scapito dell'inerzia termica, nel senso che, essendo la sua massa estremamente ridotta, lo scambio di calore avviene in tempi brevi, con formazione, se lo spessore dell'isolante non è stato accuratamente calcolato, di umidità da condensazione del vapore, in corrispondenza dell'attacco tra superfici verticali in tufo e solaio.
Una soluzione che si va diffondendo è quella del tetto rovescio che ha il vantaggio di mantenere a contatto con l'interno, in funzione di volano termico, la massa del solaio e del relativo massetto delle pendenze, e di esporre all'esterno la barriera isolante per la quale, anche in questo caso, sono da preferire i pannelli in trucioli di sughero pressato; la posizione dell'isolante, anche se il suo spessore è stato accuratamente calcolato, in determinate condizioni può produrre la formazione e la successiva condensazione di vapore all'intradosso del pannello; tale eventualità viene eliminata con la messa in opera, tra massetto e pannelli, del manto di impermeabilizzazione.
Questa soluzione, come abbiamo già detto nel capitolo delle impermeabilizzazioni, prevede, ovviamente, lo zavorramento dei materiali utilizzati, così leggeri, mediante la stesura di uno strato di ghiaietto vagliato, di spessore medio di 8÷12 cm.
Tale soluzione, da adottarsi, come abbiamo già ricordato, per i tetti piani non calpestabili, presenta la necessità, all'imboccatura delle pluviali, dell'adozione di griglie parafoglie cilindriche di altezza superiore a quella dello strato di ghiaietto e la necessità di una attenta manutenzione, soprattutto in presenza di un regime di piogge a scroscio che possono modificare l'assetto del materiale messo in opera.