|
Orizzontamenti
- Nuovo solaio in cls, di copertura o intermedio
-
(fig.20, fig.21 e fig.22) (D.M.LL.PP. 2/7/81 al punto 3.4.4. e 3.4.6., D.M. 20/11/87 e Circolare M.LL.PP. 4/1/89 n.30787 comma 25) sono quelli che, più delle altre tecnologie, consentono di realizzare gli orizzontamenti come delle piastre "infinitamente rigide" e di avere una maggiore adattabilità alla diffusa irregolarità, in pianta, delle maglie strutturali; infine, con l'armatura disposta in modo adeguato, i solai in laterocemento rispettano meglio la uniformità di comportamento nei due sensi ortogonali.
Orientativamente si dà, nella tabella sotto riportata, l'indicazione dell'altezza del solaio e dei ferri di armatura da utilizzare al variare della luce, con interasse dei travetti.
i=50 cm
luce solaio |
H solaio |
armatura travetti |
armatura per M negativo |
m |
cm |
n° ferri e Ø |
n° ferri e Ø |
fino a 3,00 |
20 + 4 |
2 Ø 10 |
1 Ø 10 |
3,00 ÷ 4,00 |
20 + 4 |
2 Ø 10 |
1 Ø 10 |
4,00 ÷ 5,00 |
20 + 4 |
1 Ø 12 + 1 Ø 14 |
1 Ø 12 |
5,00 ÷ 6,00 |
20 + 4 |
1 Ø 14 + 1 Ø 16 |
1 Ø 12 |
6,00 ÷ 6,50 |
22 + 4 |
2 Ø 16 |
1 Ø 12 |
6,50 ÷ 7,00 |
24 + 4 |
2 Ø 16 |
1 Ø 12 |
7,00 ÷ 7,50 |
24 + 4 |
1 Ø 16 + 1 Ø 18 |
1 Ø 12 |
N.B. Per luci = 6,00 m prevedere travetti rompitratta armati con 2 + 2 Ø 12 e staffe Ø 6 / 20"
- Nuovo solaio intermedio in ferro o consolidamento di esistente
-
(fig.23 e fig.24) (D.M.LL.PP. 2/7/81 al punto 3.4.4. e 3.4.6., D.M. 20/11/87 e Circolare M.LL.PP. 4/1/89 n. 30787 comma 25) è la tipologia più diffusa, anche perché è di facile esecuzione, ma per rispettare la Normativa vigente è necessario:
- predisporre dei connettori metallici, che costituiscono elementi di collegamento tra i profilati metallici e la soletta d'irrigidimento superiore in cls armato; questi connettori sono indispensabili per impedire lo scorrimento tra i due materiali, e lavorano, quindi, in sinergia tra di loro, costituendo una vera e propria armatura a taglio per migliorare la rigidezza globale;
- gli appoggi nella muratura dei profilati metallici devono approfondirsi adeguatamente ovvero devono essere provvisti di adeguati "cuscini di appoggio" costituiti da almeno due file di mattoni pieni sovrapposti;
- i profilati dovrebbero essere completamente pretrattati con antiossidante, prima della loro posa in opera, soprattutto sulle superfici incastrate nelle murature, oltre a quelle d'intradosso "a vista";
- dovrebbero essere poste in opera due travi metalliche "di bordo" nel senso dell'orditura del solaio, affiancate alle pareti, in sostituzione del cordolo longitudinale;
- le armature dei cordoli, trasversali al senso dell'orditura dei profilati, potranno essere realizzate con piatti metallici, di adeguato spessore, saldati sia all'intradosso delle travi metalliche che all'estradosso, se possibile.
Nel caso dovessimo effettuare una verifica di un vecchio solaio con profilati Normal Profilo, diamo qui di seguito una tabella contenente i valori relativi ai profili laminati dalla Società Ferriere Italiane di Torre Annunziata di più diffusa utilizzazione; utilizzando questa tabella, e misurando la base del profilato, è possibile conoscere i valori di Jx e Wx per poter eseguire la verifica statica del solaio in esame:
Profilo |
serie |
base |
P |
S |
Jx |
Wx |
|
|
mm |
Kg/m |
cm² |
cm4 |
cm³ |
N.P.12 |
normale |
58 |
11.1 |
14.2 |
327 |
54.5 |
|
rinforzato |
60.15 |
13.1 |
16.8 |
358 |
59.6 |
N.P.13 |
normale |
62 |
12.6 |
16.1 |
435 |
67 |
|
rinforzato |
63.85 |
14.5 |
18.6 |
469 |
72.3 |
N.P.14 |
normale |
66 |
14.2 |
18.2 |
572 |
81.7 |
|
rinforzato |
67.55 |
16.0 |
20.5 |
607 |
86.8 |
N.P.15 |
normale |
70 |
15.9 |
20.4 |
734 |
97.9 |
|
rinforzato |
71.25 |
17.4 |
22.3 |
769 |
102.5 |
N.P.16 |
normale |
74 |
17.8 |
22.8 |
933 |
117.0 |
|
rinforzato |
74.95 |
198.3 |
24.7 |
965 |
121 |
- Consolidamento solaio in legno esistente
-
(fig.25 e fig.26) (D.M.LL.PP. 2/7/81 al punto 3.4.4., D.M. 20/11/87 e Circolare M.LL.PP. 4/1/89 n. 30787 comma 25) il solaio in legno necessita di indagini preliminari alla definizione del progetto di intervento; tali indagini si basano, essenzialmente, su osservazioni dirette, visive e tattili, dello stato di conservazione degli elementi in legno: travi di castagno, tavolati costituiti normalmente, nell'area napoletana, da rami di castagno tagliati lungo il piano di mezzeria, che assumono varie denominazioni quali panconcelli, chiancole, chiancarelle; l'effettuazione delle indagini deve essere preceduta dalla necessaria eliminazione dell'eventuale carta di rivestimento posta all'intradosso del solaio o del controsoffitto e dallo scasso accurato della muratura in corrispondenza delle teste delle travi. L'analisi dello stato di conservazione del legno procederà a constatare:
- la profondità d'incastro delle teste delle travi nelle murature che non dovrebbe in generale essere inferiore ai 20÷25 cm in rapporto a luci comprese tra 4,5 e 5,5 m;
- lo stato di conservazione delle teste nonché dell'intero corpo della trave che non deve presentare spaccature o macro lesioni, nel senso trasversale alle fibre della trave, marcescenze dovute ad infiltrazioni di umidità, nonché diffuse e profonde tarlature di insetti xilofagi; la buona sonorità della trave alla percussione e l'assenza di polvere di legno a terra dopo la percussione sono segnali di un buon stato di conservazione della trave e di assenza di insetti xilofagi all'interno;
- l'inesistenza o la scarsa presenza di nodi nel corpo della trave;
- l'entità della freccia nella mezzeria delle singole travi che non dovrà superare l'1% della luce per Ø della trave attorno ai 22÷24 cm.
La sostituzione degli elementi ammalorati dell'impalcato, siano essi travi o tavolato, é preliminare all'intervento di adeguamento antisismico del solaio. La conservazione del solaio assume particolare significato quando si prevede di assegnare una precisa funzione alla struttura lignea chiamandola a collaborare con l'intervento d'irrigidimento assegnato alla soletta superiore.
A questo fine si dovrà procedere a:
- puntellare tutto il solaio;
- svuotare con accortezza l'estradosso dell'impalcato costituito spesso da spessori rilevanti di battuto di lapillo che nel tempo può aver subito un processo di frantumazione e polverizzazione che ne ha ridotto le capacità isolanti e di alleggerimento;
- verificare l'elasticità delle travi confrontando l'entità delle frecce dopo lo svuotamento dell'estradosso con le frecce rilevata in sede di analisi preliminari; nel caso di riduzioni non rilevanti del valore della freccia è necessario procedere alla sostituzione delle travi; la perdita di elasticità e dovuta all'ossidazione per invecchiamento delle resine intercluse tra le fibre del legno o alla scarsa qualità originaria del legno stesso;
- realizzare, ove mancanti, i cuscini di appoggio delle teste delle travi principali con almeno tre filari di mattoni pieni e malta cementizia a due teste;
- sostituire le parti lignee dell'impalcato considerate non idonee sulla base delle analisi svolte;
- riempire i vuoti esistenti nella muratura in corrispondenza di una testa delle travi, necessari per la loro messa in sede, con malta bastarda di calce, sabbia cemento e schegge di tufo;
- predisporre dei connettori metallici, che, come è stato già detto nel caso del solaio in ferro-cemento, costituiscono elementi di collegamento tra la trave principale lignea e la soletta d'irrigidimento superiore in cls armato; questi connettori, così come per i solai in ferro-cemento, sono indispensabili per impedire lo scorrimento tra i due materiali, e lavorano, quindi, in sinergia tra di loro, costituendo una vera e propria armatura a taglio per migliorare la rigidezza globale del solaio; tali chiodature possono essere realizzate sia con l'infissione che con l'avvitamento di elementi metallici; è preferibile utilizzare la tecnica dell'avvitamento, previa perforazione con il trapano, per ottenere una maggiore precisione nel posizionamento della chiodatura e per evitare inutili traumi, localizzati o estesi all'intero impalcato, nel corso del martellamento per l'infissione di elementi appuntiti; diametro e passo delle chiodature vanno rapportati alla funzione che hanno le staffe nel cordolo perimetrale previsto dalla normativa;
- predisporre la sede della placcatura armata con rete metallica elettrosaldata e betoncino, realizzando lungo le pareti perimetrali, all'interno della muratura (e all'esterno, quando è possibile!) uno scasso della profondità di ˜ 4 cm e altezza = 30 cm; se all'esterno della muratura sono presenti decorazioni o aggetti con la funzione di marcapiano si potrà non realizzare la placcatura esterna;
- realizzare le connessioni delle due facce della placcatura alla muratura esistente e tra questa e la soletta, eseguite con perforazioni passanti, a rotazione, di diametro = Ø 30 e armatura in barre di acciaio ad a.m. di diametro = Ø 10 e passo = 30 cm; le perforazioni saranno posizionate su due orizzontamenti distanziati di ˜ 15 cm all'interno dell'altezza dello scasso perimetrale; la sigillatura sarà eseguita con boiacca di cemento additivato con fluidificante antiritiro in ragione dell'1% in peso di cemento impiegato; le armature saranno di lunghezza pari allo spessore originario della muratura per poter saldare alle estremità la rete metallica elettrosaldata, sia quella piana esterna sia quella risvoltata all'interno della muratura;
- porre in opera sopra il tavolato, nel caso in cui l'intradosso debba rimanere in vista, un foglio di polietilene di spessore = 2/10, giuntato con nastro adesivo, forato in corrispondenza delle chiodature e successivamente sigillato attorno a queste al fine di evitare la percolazione e l'imbrattamento della boiacca del getto sulle parti lignee dell'impalcato;
- porre in opera l'armatura della soletta in rete metallica elettrosaldata di diametro = Ø 6 e maglia = 15 x 15 cm con sovrapposizione = 15 cm ; quella inferiore semplicemente appoggiata ad opportuni distanziatori, risvoltata lungo le pareti perimetrali e saldata alle teste delle armature di connessione alla muratura; quella superiore saldata alle teste delle chiodature;
- porre in opera l'armatura del cordolo/trave a spessore di altezza variabile in funzione dell'altezza originariamente disponibile, ma non inferiore a 10 cm, in barre di acciaio Fe B 38 k ad a.m. del diametro = Ø 16 e staffe in barre di acciaio Fe B 38 k ad a.m. del diametro Ø 6 ÷ 8 e di passo = 25 cm; per realizzare l'incatenamento di piano, in corrispondenza degli incroci murari, le armature longitudinali del cordolo devono essere prolungate attraversando la muratura, e sovrapposte per circa 60 cm alle armature del cordolo del solaio adiacente;
- eseguire il getto di completamento in calcestruzzo R'bk 250 alleggerito con argilla espansa di diametro 10 ÷ 15 in sostituzione del 50% del volume del pietrisco utilizzato; in corrispondenza degli incroci murari il getto dovrà essere proseguito a copertura dei ferri di collegamento tra cordoli e per ripristinare la continuità della muratura verticale;
- completare con malta cementizia additivata con antiritiro la placcatura armata proteggendo preventivamente con una passata grassa di vernice antiossidante, non a base di piombo o di zinco, le teste delle armature delle connessioni.
- Cordoli di coronamento o di collegamento di piano
-
(fig.20, fig.21, fig.22, fig.23, fig.24, fig.25, fig.26) (D.M. del 24/1/86 al punto 9.5.1. e 9.8.5. ed il D.M. del 20/11/87 al punto 1.3.1.) per "assicurare un comportamento di tipo scatolare del complesso della struttura" è fondamentale realizzare i cordoli di coronamento che assolvono al compito "d'incatenamento perimetrale in corrispondenza di ogni orizzontamento , compresi quelli a livello di piano terra , di piano, di sottotetto e di imposta del tetto stesso".
Nel caso di tetti a spiovente (fig. 20) per assicurare una migliore collaborazione tra il cordolo e la muratura sottostante è necessario realizzare un'adeguata chiodatura con perforazioni armate.
Per la loro realizzazione e, soprattutto, per la corretta disposizione dei ferri di armatura richiesti dalla normativa non ci sono particolari difficoltà nel caso di solaio in cls armato; le cose si complicano notevolmente nel caso di solaio in ferro-cemento, che statisticamente è la tecnologia più utilizzata perché molto usata in passato e in alcuni casi si crede più pratica e facile di altre; nel senso dell'orditura del solaio, proprio nella condizione più favorevole a predisporre l'armatura del cordolo, l'Impresa o l'operaio, per risparmiare, "tende" sempre a non mettere in opera i due profilati di bordo, affiancandoli semplicemente alle pareti, operazione questa che, di per sé, sarebbe più che sufficiente a sostituire l'armatura che richiede specificamente il D.M. del 20/11/87 al punto 1.3.1.1., senza limitarsi scorrettamente ad appoggiare i tavelloni ad un limitato "scasso" nella parete e, solo raramente, realizzando al di sopra di esso in modo corretto il cordolo in cls armato!
Nel senso trasversale all'orditura del solaio, nel caso in cui è obiettivamente più complesso ma non impossibile predisporre la nostra armatura, si dovrebbe prevedere la saldatura, all'intradosso dei profilati, di ferri piatti di adeguata sezione e la posa in opera dei filanti superiori di normativa; per i soliti problemi di economia, si tende ad esemplificare queste operazioni in modo scorretto, per esempio, predisponendo tutta l'armatura al di sopra dei profilati, "compattandola" nello spessore della soletta senza rispettare assolutamente il punto 1.3.1.1. del D.M. 20/11/87 sopra citato; tutte queste possibilità di errore e le obiettive difficoltà di realizzazione del cordolo/cornice in cls armato così come prescritto dalla Normativa vigente già anticipano la nostra scelta preferenziale per il solaio in cls armato, che ulteriori considerazioni successive indicheranno come quella tecnologia più rispondente, più appropriata e, alla fine, anche più economica realizzabile.
Non dobbiamo, infine, dimenticare che la mancata o la scorretta realizzazione dei cordoli in fondazione, dei solai di piano e dei solai di copertura, non consente di rispettare la Normativa vigente neanche per quello che concerne il capo II° del punto 9.5.1. del D.M. 24/1/86 ed il punto 1.3.1.2. del D.M. del 20/11/87 dove è richiesta ai solai di piano ed ai relativi cordoli la funzione d'incatenamento di piano e perimetrali tra i muri contrapposti fino a quelli di facciata.
- Piante solai in cls o ferro e collegamenti solaio/parete
-
(fig.27A, pag.27B e fig.28) (D.M. 20/11/87 al punto 1.3.1. e Circolare M.LL.PP. 4/1/89 n. 30787 comma 23, 24, 27, 28, e 30) nella realizzazione di un solaio in cls c'è la possibilità di utilizzare come collegamento tra solaio e parete le così dette "code di rondine", ogni 2/3 travetti, con gli interassi che possono variare da 1,60÷3,00 m.
Le "code di rondine" dovrebbero essere sempre realizzate in quanto non solo riducono il pericolo reale della riduzione, in alcuni casi anche più del 50%, della sezione muraria resistente a quota solaio perché sono realizzate ad interassi maggiori di quelli adottati per gli appoggi dei solai tradizionali in profilati metallici e tavelloni, ma anche perché se vengono realizzate, come dovrebbero, in corrispondenza degli incroci murari consentono il collegamento delle armature (filanti) dei cordoli/cornice tra solai contigui in modo da realizzare un adeguato incatenamento di piano in tutte le direzioni.
Se il solaio è realizzato con profilati metallici ogni elemento trave deve appoggiare per 2/3 all'interno della muratura ed essere adeguatamente collegata con essa mediante opportuni ferri saldati al profilato ed inglobati nel getto di completamento; per sicurezza e, soprattutto, quando si interviene ai piani bassi di un edificio, quando si mettono in opera le travi metalliche, devono prima essere chiusi alternativamente gli alloggiamenti dei profilati con materiale facilmente asportabile (come il tufo stesso) e solo dopo avere eseguito il getto di completamento dell'appoggio potranno essere posti in opera gli altri profilati.
- Mensola/balcone in pietra esistente e nuova in cls
-
(fig.29, fig.30 e fig.31) le mensole in pietra dei balconi devono essere recuperate con interventi di consolidamento che tengano conto della conservazione degli elementi lapidei originari e della funzione architettonica che svolgono nell'ambito della unitarietà delle facciate (fig.29 e fig.30); nel caso di rifacimento della mensola, eccessivamente ammalorata o staticamente non più efficiente, questa può essere sostituita da una analoga mensola in cls, curando la sagomatura dei bordi fin durante la fase del getto, utilizzando casserature già provviste, al loro interno, di adeguate sagome in legno, opportunamente predisposte (fig.31).
|
|
|