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Finiture esterne
- Basamenti e zoccolature
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I basamenti hanno la funzione di proteggere dall'usura e dagli urti la fascia inferiore della muratura di un edificio garantendo, nello stesso tempo, la sua traspirazione; i basamenti, perciò, sono elementi costruttivi che fanno parte integrante dell'organismo edilizio in tufo (ma anche in pietrame o in mattoni) e vanno perciò realizzati anche quando non esistono, in particolare, negli edifici prospicienti le strade pubbliche.
I basamenti sono realizzati in generale utilizzando tre diversi materiali:
- la pietra naturale di spessori anche considerevoli, rinvenibili soprattutto nei centri storici (cfr fig. 3);
- l'intonaco in riquadri con finitura a finta pietra, rinvenibili nei centri storici delle periferie (fig. 34);
- zoccolo in pietra naturale o artificiale di altezza = 25 cm, rinvenibile nelle zone pedonali interne, come corti e cortili e, soprattutto nelle periferie (fig. 35).
I materiali utilizzati e, perciò, da utilizzare per i nuovi basamenti in pietra naturale devono essere quelli locali come, nel caso di Napoli e dell'area napoletana, la pietrarsa, il piperno, la pietra lavica ed altri materiali vulcanici.
Nel caso in cui il basamento esista l'intervento di manutenzione prevede la sostituzione o la riparazione degli elementi lapidei danneggiati o delle superfici di intonaco abrase o asportate.
Nel caso di riparazione o di manutenzione dei basamenti in pietra si dovrà provvedere alla rigenerazione parziale o totale dei giunti di malta; viceversa se si tratta di nuova realizzazione di un basamento in pietra naturale ogni elemento dovrà essere staffato alla muratura con zanche in ferro zincato o con altro materiale, il bordo superiore, oltre ad avere lo spigolo smussato, dovrà essere sottoposto all'intonaco per almeno 1,00 cm, mentre la base dovrà essere sovrapposta alla pavimentazione sottostante.
- Infissi esterni/scuri e scuretti
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Tutti gli edifici in muratura di tufo sono, da sempre, caratterizzati da serramenti in legno. Di norma il serramento è composto, a partire dall'esterno, da:
- persiana napoletana, costituita da due o tre ante, con l'inserimento, al loro interno, di parti apribili a vasistas verso il basso;
- invetriata a due ante e a due o tre ripartizioni verticali, con o senza sopraluce fisso o apribile;
- scuretti (fig. 36) interni applicati al telaio mobile dell'invetriata o scuri (fig. 37) completamente indipendenti dalle ante; gli scuretti possono interessare per intero o per parti le specchiature di vetro, mentre gli scuri sono a tutta altezza.
L'esistenza delle persiane è, in generale, collegata ad una buona qualità complessiva dell'edificio. La tradizione e il magistero costruttivo hanno determinato, nel tempo, una certa costanza di rapporti dimensionali, altezza e larghezza, del vano della muratura, modalità di partitura del serramento ed il suo posizionamento rispetto al filo esterno della muratura.
In generale il rapporto tra l'altezza e la larghezza non scende mai al di sotto del valore di 1,75 o 2,5, rispettivamente per le finestre o le porte finestre, rapportato ad una larghezza di base variabile tra 1,20 e 1,60 m.
La partitura delle finestre è, normalmente, a due ante in orizzontale e in due o tre parti in verticale (fig.36 e fig.37), fatto questo collegato alla necessità di montare vetri semplici di modeste dimensioni; la partitura delle porte finestre può essere pi๠articolata: in funzione della profondità del balcone e può comportare, nell'invetriata, una parte cieca, pi๠o meno alta, nella zona inferiore a protezione del vetro da urti.
Di norma la posizione del serramento, a partire dalla persiana, è a filo dell'intonaco esterno finito (fig.38C); nel caso in cui non ci sia la persiana l'invetriata è montata leggermente arretrata rispetto al filo dell'intonaco esterno finito.
All'inizio dei lavori di consolidamento, se necessario, i serramenti devono essere smontati e custoditi in un luogo protetto dove, come per ogni componente in legno, saranno sottoposti ad un attento esame, prima di definire l'intervento da realizzare.
I fattori da considerare nell'esame del serramento sono:
- lo stato di marcescenza del piede delle ante mobili e dei telai fissi; ciò è dovuto al ristagno delle acque meteoriche e, spesso, anche ad una mancata protezione delle basi con preparazione e smalto di finitura, nel corso dei diversi interventi di manutenzione;
lo stato di tenuta degli incastri dei telai principali legato a cicli di rigonfiamento ed essiccazione del legno nei vari periodi dell'anno;
- l'usura differenziata delle battute dovuta al difetto sopra menzionato ovvero a cattiva manutenzione, che produce accumuli di pittura negli spigoli e negli angoli che comportano forzature per la chiusura del serramento;
- l'ossidazione di tutta la ferramenta, normalmente realizzata in ferro, che riduce fino ad annullarlo il funzionamento del serramento e la stessa integrità del legno.
Analogo esame va condotto sul controtelaio fisso collegato alla muratura (fig. 38C), in quanto dalla sua efficienza dipende la funzionalità dell'intero serramento. In particolare deve essere controllato lo stato di conservazione delle zanche in ferro, che possono essere state fortemente deteriorate per effetto della traspirazione della muratura, o dalle infiltrazioni d'acqua.
Il pregio maggiore dei serramenti esistenti è costituito dal legno stagionato; di conseguenza la prima attività da svolgere sarà quella di condurre, come già detto, un attento esame del serramento esistente al fine di determinare il tipo di intervento da realizzare.
L'intervento di "manutenzione ordinaria" viene realizzato su un serramento in buone condizioni e dovrebbe essere ripetuto, per serramenti di qualità media, ciclicamente ogni due-tre anni, previo lo smontaggio delle ante.
Consiste, in sostanza, nella revisione della funzionalità della ferramenta e nell'applicazione delle vernici, necessarie a garantire una buona conservazione del legno. Per quanto riguarda la funzionalità della ferramenta si tratta, in generale, del serraggio di viti e dell'ingrassaggio delle cerniere, delle parti mobili e di scorrimento di componenti metallici.
L'intervento di riverniciatura deve essere realizzato seguendo la seguente procedura:
- asportazione completa, mediante bruciatura alla fiamma, della vernice esistente e sua raschiatura fino alla restituzione del legno vivo;
- stuccatura, levigatura, e applicazione di una mano di olio di lino cotto impregnante, al fine di migliorare l'elasticità e l'impermeabilità conseguente al riempimento dei pori del legno;
- applicazione di una mano di fondo costituita da biacca (carbonato basico di zinco), in funzione di protezione del legno dall'aggressione di insetti xilofagi; l'applicazione della biacca, se fatta correttamente, crea uno strato di copertura che nasconde le sottostanti venature;
- dopo un'ultima scartavetratura si procede all'applicazione di almeno due mani di tinta ad olio o di smalto oleosintetico, al fine di conferire all'infisso lucentezza tale da respingere polveri, grassi e acqua.
Tale procedura deve essere attentamente applicata sul bordo inferiore del serramento, in particolare della persiana e dell'invetriata, che costituisce la parte pi๠soggetta al contatto con l'acqua. Le tinte da adottare, in generale, sono il bianco per lo scuro e l'invetriata; il verde scuro, pi๠raramente il marrone scuro, per le persiane.
La "piccola riparazione" consiste nell'insieme di interventi necessari per riabilitare completamente il serramento esistente, procedendo anche alla sostituzione di componenti non essenziali quali il fermavetro in legno o di stucco, la ferramenta e le stecche delle gelosie delle persiane. Il difetto che pi๠frequentemente ricorre è la deformazione, non eccessiva, nel piano ovvero la perdita della forma rettangolare dei telai fissi e mobili.
Il primo di questi difetti non deve essere molto pronunciato, perchà© la sua eliminazione, se l'intervento consiste nell'irrigidimento attraverso l'applicazione di placche metalliche, impone al legno stati di coazione. La scarsa consistenza di questo difetto può essere eliminata anche mediante piallatura sia del telaio che delle battute.
La perdita della forma rettangolare (parallelogrammizzazione) dei telai viene eliminata mediante l'applicazione di squadrette metalliche e viti in ferro zincato agli angoli del telaio, a raso, scolpendo nel legno l'apposita sede, preferibilmente dalla parte interna del serramento, evitando di mascherare l'intervento con consistenti strati di stucco destinati al distacco dopo breve tempo.
Alla conclusione degli interventi di "piccola riparazione" si procederà alla verniciatura del serramento, secondo la procedura sopra indicata per la manutenzione. La "grande riparazione", oltre a comprendere gli interventi di manutenzione e di "piccola riparazione" sopra descritti, in presenza di accentuate deformazioni, rotture o marcescenze di parti dei telai fissi o mobili, prevede la sostituzione delle parti deteriorate.
La sostituzione deve avvenire con legname di pari qualità ed essenza; le parti che, in generale, si sostituiscono pi๠frequentemente sono i traversi bassi dei telai mobili delle persiane e delle invetriate, nonchà© i piedi dei telai fissi e delle mostre. Dovendo procedere all'intervento di sostituzione è opportuno smontare il serramento esistente, compreso il controtelaio, fino alla messa in luce della muratura; sarà cosଠpossibile rimontare il nuovo serramento secondo quanto indicato nella fig.38C.
Il disegno del nuovo serramento dovrà corrispondere a quello del serramento smontato, oppure uniformarsi al disegno di quelli della facciata nella quale viene montato; per quanto riguarda, invece, le battute dovremmo orientarci sulle pi๠efficienti come quella "a gola di lupo" (fig.38A, fig.38B e fig.38C) e " a tre battute" (fig.39A e fig.39B).
L'essenza da utilizzare deve essere quella tradizionale cioè il castagno; in alternativa, data la scadente qualità della maggior parte dell'abete nostrano, è preferibile utilizzare essenze di importazione quali il douglas, il pich-pine o il pino siberiano se di ottima qualità .
Al fine di fornire elementi di valutazione per la scelta del legname da utilizzare vengono descritte di seguito le principali caratteristiche che lo devono connotare e alcune modalità di controllo rapide da utilizzare in cantiere:
- la resinosità , cioè la presenza di oli e resine naturali, che garantisce alle essenze una pasta più dura e un peso specifico maggiore, nonchè una minore aggredibilità da microrganismi, ed una riduzione delle variazioni dimensionali nel tempo; può essere verificata esercitando una discreta pressione nelle zone tra le venature senza che questa lasci traccia sul legno; se il legno è facilmente comprimibile significa che è pressochà© privo di resine e di oli; all'odorazione il legno deve presentare profumo di resine e al tatto deve lasciare traccia oleosa;
- la stagionatura, cioè il completamento del ciclo di perdita del contenuto d'acqua e, quindi, il raggiungimento di uno stato di equilibrio tra l'umidità dell'ambiente e quella interna; l'umidità nel legname non deve superare il 12%-15% ed è misurabile con opportuni misuratori elettrici detti "a resistenza", basati sul principio che più il legno è secco maggiore è la sua resistenza al passaggio della corrente; il legno secco; alla pressione esercitata come nel punto precedente; si lascia facilmente incidere;
- le fibre, alla vista, si dovranno presentare regolari, parallele, senza anomale deviazioni e sufficientemente ravvicinate;
- i nodi devono essere contenuti entro valori tollerabili, sia dal punto di vista della densità che della dimensione dei nodi stessi; devono essere sani, cioè senza fessurazioni, aderenti e non passanti; i nodi aderenti dovranno avere un diametro à? = 20 mm e dovranno essere in numero inferiore a 3 nodi/ml, per il controtelaio fisso, e non pi๠di 1 nodo/ml per le ante mobili; va esclusa la tassellatura dei nodi che, pur eliminando gli stati di tensione, apporta una riduzione di robustezza alla sezione.
- La scelta tra legno, pvc o alluminio
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Vari fattori concorrono, oggi, a diffondere la sostituzione dei serramenti in legno, sia negli interventi di recupero che in quelli di restauro, con serramenti in plastica, alluminio o compositi come ferro-legno o alluminio-legno. Di seguito vengono elencate alcune considerazioni relative ai motivi che possono indurre una scelta diversa da quella del legno, e alcune delle conseguenze più significative che tale orientamento comporta.
Il fondamentale fattore di sostituzione consiste nella manutenibilità, quasi nulla nell'arco dei primi 10÷15 anni, dei serramenti in plastica o alluminio. I serramenti di plastica, in particolare, possono essere soggetti a deformazioni significative della forma del serramento, indotte dall'elasticità del materiale e dall'uso; tali deformazioni sono difficilmente riparabili, data anche la bassa tolleranza dimensionale e la scarsa adattabilità tra telaio e controtelaio.
Le buone prestazioni dei serramenti in plastica e alluminio, relativamente alla tenuta all'aria e all'acqua, comportano l'assenza, ad infissi chiusi, del necessario ricambio orario di aria negli ambienti, orientativamente valutabile in 1 ricambio/ora per vani = a 4O mc e di 1,5 ricambi/ora per vani = a 35 mc.
Per contro i serramenti in alluminio sono caratterizzati, a differenza di quelli in legno o plastica, da una elevata conducibilità termica che può essere ovviata solamente con serramenti del tipo a "taglio termico", il cui costo, tuttavia, supera di gran lunga il costo di un serramento in legno di buona qualità.
Nei serramenti caratterizzati da alta conducibilità termica si presenta, durante l'inverno, il fenomeno di formazione di condensa sulla faccia interna; di norma i serramenti non sono studiati per lo smaltimento di questo tipo di umidità.
Un fattore rilevante che può rendere spesso improponibile la sostituzione del legno con altri materiali è costituito dalla maggiore dimensione dei profili di pvc o alluminio e, conseguentemente, dall'aspetto complessivo che assume il serramento realizzato con altri materiali che non siano il legno; anche la ripartizione verticale dell'invetriata può risultare di difficile o artificiosa realizzazione. La necessità di adottare il traverso fisso inferiore dei serramenti in alluminio e pvc al fine di garantire la massima rigidità del piano del telaio comporta, nel caso delle porte/ finestre, elementi di pericolosità nell'attraversamento, derivanti dalla sporgenza sul piano del pavimento.
Mentre per il serramento di legno la colorazione può essere accuratamente identificata e selezionata, anche in rapporto alle colorazioni preesistenti nell'edificio, la colorazione dei serramenti di alluminio deve essere selezionata nell'ambito delle colorazioni adottate dai singoli produttori; analoga situazione per quelli in pvc; in questo caso va tenuto presente che la colorazione in pasta rende più fragile il materiale, che, pertanto, dovrebbe essere utilizzato nel suo colore originale che è il bianco.
Un aspetto che non va sottovalutato è quello legato alla pericolosità dei serramenti in alluminio dovuta agli spigoli vivi di molti profilati, e alla durezza intrinseca del materiale. In molti serramenti in pvc e alluminio non viene affrontato in modo coerente, su tutto il serramento, il problema della cacciata dell'acqua all'esterno, che, spesso, viene risolto attraverso sigillature da rinnovare nel tempo; se riferito al traverso inferiore va accertata la presenza di adeguati fori di uscita dell'acqua.
Un'ultima considerazione va fatta sul materiale delle persiane, in particolare di quelle esposte al sole e non soggette a possibili effrazioni; poiché la colorazione delle persiane, sia essa verde che marrone, tende ad assorbire in modo rilevante il calore, è quasi sempre necessario utilizzare il legno al fine di eliminare processi di surriscaldamento dell'elemento che, al contrario, dovrebbe proteggere dal calore.
La soluzione degli inconvenienti riscontrabili nei serramenti in alluminio e in pvc, attraverso opportuni interventi di modifica o aggiuntivi, per esempio il taglio termico, comporta un aumento dei costi tale da rendere competitiva l'adozione di un infisso in legno di buona qualità. Va, inoltre, considerata la relativa efficienza nel tempo delle superfici di contatto tra tufo e legno che non può non peggiorare se in sostituzione del legno vengono utilizzati materiali più rigidi quali l'alluminio e il pvc.
Di conseguenza utilizzare serramenti in se più efficienti ai fini della tenuta all'aria e all'acqua non significa ottenere l'efficienza complessiva del sistema finestra.
- Sistema infisso/soglia
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La regola principale, nel sistema infisso/soglia, è che la posizione corretta dei montanti del telaio fisso rispetto al listello di battuta della soglia deve essere tale che la "camera di decompressione" del telaio fisso deve sempre avere la base posizionata fuori al listello di battuta, per consentire all'acqua piovana, catturata per caduta dalla "camera di decompressione", di uscire all'esterno (fig.38A, fig.38B, fig.39A e fig.39B).
Altra regola è che tutte le ante mobili delle finestre, dei balconi e delle persiane devono essere dotate di fermaporta a parete o a pavimento.
- Sistema infisso/davanzale
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Quando si monta un serramento si deve porre un'attenzione particolare ai problemi di certa ed immediata fessurazione, e ,quindi, di infiltrazioni d'acqua nelle lesioni di contatto tra due materiali tanto diversi quale il legno e l'intonaco; per ovviare a questi problemi si può realizzare nell'intonaco, e lungo tutto il bordo perimetrale di contatto del telaio in legno, un'intacco "a punta di diamante" riempito di silicone trasparente o colorato, sia se il serramento è posizionato "a filo esterno" (fig.40, fig.41 e fig.42) che arretrato (fig. 45), ovvero utilizzando una mostra coprigiunto inchiodata al telaio fisso quando il serramento è posizionato a filo esterno (fig.43 e fig.44).
Molto importante è anche l'incastro laterale del davanzale nell'intonaco per una profondità di almeno 1,5cm (fig.46).
- Cimase, marcapiani e cornicioni
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(fig.47, fig48, fig49A, fig49B, fig50A e fig50B) qualsiasi tipo di intervento di consolidamento antisismico, o di recupero edilizio in generale, deve essere progettato e realizzato in modo da conservare tutte le decorazioni lapidee, a struttura lapidea, d'intonaco o di stucco, sia interne che esterne, (cimase, marcapiani, cornicioni, cornici, fasce, lesene, cantonali, paraste, ecc.) che, quindi, devono essere conservate, riprese e riproposte; tuttavia, per la pericolosità che determinano, soprattutto in zone sismiche, si deve prima procedere ad un'attenta verifica della integrità e della stabilità, in particolar modo, di quelle più aggettanti.
Tutte quelle presenti su un edificio, anche se di scarsa importanza architettonica, devono essere, per quanto possibile, conservate, manutenute o riproposte, utilizzando le tecniche d'incollaggio o di micro-chiodature ed i materiali originari, e non, frettolosamente e globalmente, sostituite con elementi in cls prefabbricato, che snaturano il significato di decorazione stessa, oltre a richiedere, in questo caso, una serie di lavorazioni e di modalità di posa in opera accurate, che non vengono quasi mai fatte, rendendole antiestetiche perché facilmente riconoscibili.
Le superfici degli elementi decorativi realizzati in cls dovrebbero, infatti, essere rasati, prima della tinteggiatura, per eliminare i macro pori da cassero dove si accumula, nel tempo, la sporcizia che, a sua volta, con le piogge forma antiestetiche rigature verticali di colore scuro.
Altra necessaria accortezza, sia per le cimase che per i marcapiani ed i cornicioni di una certa dimensione, deve essere quella della posa in opera, sull'estradosso, di un abachino d'ardesia con coprigiunto, il tutto incassato sotto l'intonaco, anche per gli elementi in cls prefabbricati, eventualmente utilizzati.
Anche l'estradosso di tutti i muri e dei parapetti deve essere sempre protetto da una copertina in pietra, di spessore = 3,00 cm, solidarizzata con la muratura sottostante, e provvista di gocciolatoio lungo entrambi i bordi.
- Vetrine, serrande, portelloni ed insegne
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Valgono le indicazioni e le richieste prestazionali dell'art.71 del Regolamento Edilizio del Comune di Napoli, Assessorato all'Edilizia (settembre 1999) (fig.51, fig.52 e fig.53).
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