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 Risanamento umidità


Taglio meccanico o Sostruzione muraria

(fig. 65) diversa è la capacità assorbente dei materiali usati nella costruzione degli edifici di recupero ma, nella quasi totalità dei casi, l'umidità ascendente ha origine da falde superficiali e temporanee, determinate da acque disperse da rotture di tubazioni pluviali e/o fecali, da rotture o, addirittura, da assenza di pavimentazioni stradali, o da cattiva irrigidimentazione delle acque di scarico o meteoriche superficiali.

Un'altra differenziazione che và fatta è relativa al grado di approfondimento delle fondazioni che possono essere, come abbiamo già detto nel capitolo delle Fondazioni, profonde (nella quasi totalità dei casi, nonchè di varie e/o complesse manifatture nei Centri Storici) o superficiali (molto diffuse nelle Periferie), con quote variabili dai 50 cm ai 120/150 cm.

In entrambi i casi la tecnica d'intervento più efficace, strutturalmente valida anche in zona a bassa sismicità, più economica e durabile rispetto a tutte le altre tecniche note eccessivamente complesse, è lo sbarramento fisico orizzontale, evidentemente realizzabile in diversi modi ed a seconda dei casi.

Nel caso delle fondazioni superficiali, infatti, poiché è indispensabile intervenire, soprattutto in zona sismica, realizzando sottofondazioni, queste stesse possono creare contemporaneamente uno sbarramento fisico bloccando in modo definitivo la risalita capillare dell'umidità; infatti, tali sottofondazioni possono essere eseguite utilizzando calcestruzzi ad alto dosaggio di cemento ovvero idrofugati, con una efficacia ancora maggiore se realizzate "passanti", sotto, cioè, il piano di sedime delle fondazioni originarie e, quindi:"a soletta semplice" (fig. 8) con allontanamento laterale del terreno mediante opportuni vespai e materiale impermeabile di protezione sulle facce verticali, "a C composta" (fig. 9) con soletta in cls sul fondo, muretti laterali in mattoni pieni e materiale impermeabile di protezione sulle facce verticali o "a C rovescia" (fig. 10) in cls armato).

Se, poi, non vi è la possibilità o la necessità (come nel caso di fondazioni in aderenza con possibilità di intervento da un solo lato) di intervenire con sottofondazioni passanti, perchè queste già esistono, e sono staticamente valide e profonde, si può ricorrere al taglio meccanico (fig. 67), ad una quota immediatamente al di sopra del piano di calpestio, o interno o esterno (l'altezza minima di taglio dal calpestio è di circa 3/4 cm.), e con il successivo inserimento a caduta, o in pressione debole e controllata, di resine liquide, con aggiunta o meno di altri materiali (profilati in PVC sagomati,ecc.); malte, quindi, ad elevata resistenza meccanica.

Ma se la esiguità delle sperimentazioni realizzate in questo caso può comportare un giustificato scetticismo sulla utilizzazione di questa tecnica di deumidificazione tra gli strutturisti, responsabili dell'intervento statico degli edifici da recuperare, si è, comunque, convinti che lo "sbarramento fisico", anche in zona sismica, è sempre possibile, in un modo ancora più semplice ed economico, cioè, con la tecnica della sostruzione muraria (fig. 66) realizzata a tutta profondità, per cantieri e sotto-cantieri, rimuovendo, prima da un lato e, poi, dall'altro, almeno tre filari di blocchi di tufo o di mattoni e, infine, ricostituendo con lo stesso materiale il tessuto murario, utilizzando, in modo abbondante e senza discontinuità, malte cementizie ad alto dosaggio (6,00 qli/mc) con uso di additivi antiritiro, oppure malte idrofugate. 

 

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